Microbiota orale, alitosi e parodontite
Microbiota orale, alitosi e parodontite
Il microbiota orale è uno scrigno che contiene ancora molti segreti più o meno nascosti, ma certamente da studiare più da vicino. Come per esempio il mercaptano metilico (CH3SH), quale composto chiave strettamente associato all’alitosi e alla parodontite. Un gruppo di ricercatori della University Graduate School of Dentistry di Osaka, Giappone, ha approfondito lo studio di questo composto organico, pubblicato poi mSystems. Noto per derivare dal metabolismo di comunità polimicrobiche presenti nelle tasche parodontali e sulla lingua, CH3SH potrebbe avere un ruolo importante per comprendere meglio le dinamiche interne della flora microbica orale, nonché alcuni disturbi e patologie della bocca.
Chi c’è dietro il mercaptano metilico
Nell’intricata e complessa rete microbica del cavo orale, Fusobacterium nucleatum si distingue come potente produttore di CH3SH. Tuttavia, la sua attività non è isolata: il suo metabolismo è strettamente influenzato dalle interazioni con altri membri della comunità microbica orale. Lo studio in oggetto ha rivelato che anche Streptococcus gordonii, colonizzatore precoce della placca dentale, gioca un ruolo significativo nello stimolare la produzione di mercaptano metilico da parte di F. nucleatum. Tuttavia, anche l’ornitina, un amminoacido rilasciato da S. gordonii, contribuisce in modo determinante a questo processo. Il dato apre nuove prospettive sulle interazioni metaboliche tra i batteri orali e i loro effetti sulla produzione di composti volatili.
Una nuova frontiera per la terapia e la prevenzione di alitosi e parodontite
Secondo i ricercatori della University Graduate School of Dentistry di Osaka, che nello studio in oggetto sono stati coadiuvati dalla University of Louisville del Kentucky, USA, comprendere le complesse interazioni tra i batteri orali coinvolti nella produzione di CH3SH offre opportunità promettenti per lo sviluppo di terapie e interventi profilattici mirati contro l’alitosi e la parodontite. L’identificazione dei meccanismi metabolici sottostanti, infatti, può guidare lo sviluppo di strategie terapeutiche innovative. Come la rottura selettiva delle reti interspecifiche, che potrebbero aprire nuove strade per il trattamento di questi ma anche di altri disturbi odontoiatrici.
Fonte: www.ildentistamoderno.com