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Pedodonzia (Odontoiatria infantile)

Pedodonzia (Odontoiatria infantile)

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La Pedodonzia, anche detta Odontoiatria Infantile o Pediatrica, consiste nella cura dei denti da latte e tratta la diagnosi e la cura delle patologie della cavità orale dei bambini.

Essa si fonda sulle conoscenze di base fornite dalle scienze odontoiatriche, mediche e comportamentali, applicate alla situazione specifica di sviluppo – normale o patologica – del bambino, dalla nascita alla pubertà.

Dall’odontoiatria infantile dipendono quindi la diagnosi ed il trattamento di malattie, sindromi ed affezioni che interessano primariamente il sistema anatomico dentale.

Non è da escludere, comunque, la sua partecipazione alla gestione clinica delle alterazioni cranio-mandibolari.

Si tratta, dunque, di una branca dell’odontoiatria che tratta la cura dei denti dei bambini, partendo dalla prevenzione della carie dalla nascita all’adolescenza e diagnosticando le varie patologie dei piccoli pazienti.

La prevenzione, come in tutti i settori della medicina, è di fondamentale importanza. Per questo motivo una prima visita di controllo è consigliata a partire dai 3-4 anni del bambino.

Presso il nostro studio si effettuano sigillature dentarie per prevenire la formazione di carie e si eseguono somministrazioni di fluoruro di sodio (fluoroprofilassi).

I Nostri Specialisti Rispondono

Faq, informazioni utili e miti da sfatare
01. A che età bisogna cominciare a lavarsi i denti?
La risposta è semplice: da subito anzi addirittura da prima della dentizione. È importante prendersi cura del cavo orale dei bambini ancor prima che l’eruzione dei dentini da latte abbia inizio, pulendo delicatamente le gengive con una garza inumidita dopo ogni pasto. Da quando, invece, comincia a spuntare il primo dentino bisognerebbe lavarlo sia alla mattina che alla sera con uno spazzolino specifico per bambini di età inferiore ai 2 anni, con un delicato movimento circolare. Lo spazzolino deve avere una testina molto piccola, con setole morbide e dalla punta arrotondata, e un manico lungo e arrotondato per permettere ai genitori di maneggiarlo facilmente.
02. Come abituare il bambino a lavarsi i denti?
È importante non forzare il bambino ad usare lo spazzolino, piuttosto bisognerebbe fare in modo che il momento del lavarsi i denti, approfittando anche del contatto con l’acqua che è generalmente molto gradito ai bambini, si trasformi in un gioco e in seguito in una consolidata e piacevole abitudine. A questo scopo è utile avvicinare gradualmente il bimbo all’evento: facendogli vedere come si fa, aiutandolo nello spazzolamento e spiegandogli i vari passaggi. Il bimbo inizierà ad incuriosirsi, e così comincerà a prendere confidenza con lo spazzolino. Dai 6 anni il bimbo può diventare autonomo, ma deve essere sempre sorvegliato dai genitori affinché la pulizia avvenga nel modo corretto. È molto importante la scelta dello spazzolino, che deve essere di dimensioni adeguate, con manico dritto, testina piccola, setole artificiali con punte arrotondate e durezza media.
03. Come prevenire la carie nei bambini?
È molto importante che anche i bimbi più pigri vengano gradualmente educati alla sana abitudine di lavarsi i denti ogni volta che assumono cibi o bevande zuccherate. La capacità degli alimenti di provocare carie (cariogenicità) non è dovuta solo alla quantità di zucchero contenuto nell’alimento stesso ma anche alla sua consistenza. Più un cibo è appiccicoso, più rimarrà sui denti e quindi favorirà la formazione della placca e la sua adesione al dente. È bene evitare lecca lecca e caramelle, cioccolato e dolciumi soprattutto prima del riposo notturno perché lo zucchero si deposita sui denti anche grazie alla minore quantità del flusso salivare e vi rimane per molte ore: tutto ciò aumenta le probabilità che si formi la carie. Per lo stesso motivo è assolutamente importante che il bimbo non si addormenti con il biberon di latte o il ciuccio imbevuto di zucchero o miele.
04. Quando effettuare la prima visita dal dentista?
La prima visita dal pedodonzista è consigliabile già a partire dai 6 mesi, periodo in cui iniziano a spuntare i denti da latte, per avere tutte le informazioni per la cura dell’igiene orale del bambino. Verso i due anni invece, anche se non ci sono apparenti problemi, è un primo controllo per verificare che lo sviluppo della dentizione primaria stia procedendo correttamente ed intercettare precocemente eventuali problematiche. Successivamente è importante un controllo odontoiatrico periodico almeno ogni 6 mesi per tenere sotto controllo lo stato di salute della bocca.
05. I denti da latte vanno curati?
Si pensa che i denti da latte non richiedano cure e controlli e che, una volta caduti, anche se cariati o rovinati, non si presentino problemi per i denti definitivi. Nulla di più sbagliato: i denti da latte sono molto importanti per la masticazione e per uno sviluppo sano delle ossa mascellari e della seconda dentizione: se la carie procede può arrivare a interessare la polpa, l’osso alveolare e danneggiare irrimediabilmente il germe del dente permanente, essendo a stretto contatto con esso. Ed infine fanno da “spaziatori” per i denti permanenti permettendo loro di crescere sani e forti. Se un dente da latte cariato deve essere estratto, il posto del dente permanente non è più garantito e c’è il rischio che vengano compromessi l’allineamento e la corretta masticazione dei denti definitivi.
06. Il fluoro: è giusto darlo ai nostri bambini?
Il fluoro svolge un ruolo importante nell’alimentazione umana e per la salute di bocca e denti. Il suo meccanismo di azione è complesso ed è ancora frutto di indagini epidemiologiche e scientifiche: fortifica i denti proteggendoli dall’azione degli acidi e fa parte della struttura chimica dello smalto, quindi lo indurisce fino a farlo diventare più resistente alle sostanze in grado di intaccarlo e distruggerlo progressivamente. Oltre che con l’alimentazione, i bambini possono essere aiutati nella protezione dei denti tramite la fluorizzazione. La fluoroprofilassi professionale (topica) consiste nell’applicare direttamente sui denti un gel contenente un’alta concentrazione di fluoro che, rimanendo a lungo in bocca, esplica la sua azione benefica. Per essere efficace deve essere ripetuta ogni 4/6 mesi. In aggiunta, ma non in alternativa, si può praticare la fluoroprofilassi sistemica, somministrando quotidianamente al piccolo pastiglie o gocce a base di fluoro: queste possono essere assunte da tutti i bambini, dai 6 mesi ai 12 anni. L’intossicazione da fluoro è un rischio molto remoto. Affinché si verifichi, è necessario che un bambino ingerisca 5 mg di fluoro per chilogrammo di peso: ciò significa per esempio che un bambino di 20 kg dovrebbe ingerire 100 mg di fluoro, ossia l’equivalente della metà di un tubetto di dentifricio per adulti oppure un’intera confezione di pastiglie al fluoro.
07. Quando mettere l’apparecchio?
I regolari controlli dal dentista pediatrico sono importanti proprio per intercettare tempestivamente eventuali problemi e intervenire di conseguenza: dalla necessità di una maggiore e più puntuale igiene orale per prevenire le carie, all’apparecchio per risolvere problemi di malaocclusione (morso inverso, incrociato, aperto, affollamento). L’età in cui mettere l’apparecchio ortodontico dipende dal difetto che si vuole correggere, perché alcuni vanno trattati precocemente, anche a cinque anni, per altri invece si preferisce intervenire più avanti aspettando il completo sviluppo facciale, mascellare dentale.
08. CHE TIPO DI ANESTESIA VIENE FATTA AI BAMBINI?
Sul piccolo paziente bisogna sempre “lavorare in sicurezza” intendo dire che non bisogna mai rischiare che possa sentire dolore! È importante utilizzare una buona tecnica di anestesia che impedisca al bambino di avvertire l’inserimento dell’ago ed il propagarsi dell’anestetico. I dentisti pediatrici sono molto esperti in tale pratica e la eseguono con estrema naturalezza, spiegando al bambino come fare per addormentare il dentino (ovviamente non viene spiegato loro che sarà eseguita una puntura!). Mi capita di visitare dei bambini ai quali è stato “curato” un dente, con una carie molto profonda, senza anestesia; in questo caso il tessuto cariato non viene rimosso completamente per timore che il bambino possa sentire dolore, quindi il dentino, spesso, dovrà essere successivamente devitalizzato perché la carie è arrivata ad interessare il tessuto pulpare (il nervo). Sarebbe stato sufficiente lavorare “in sicurezza”, pulire correttamente il dente e chiuderlo definitivamente, il tutto senza dolore, per evitare al bambino un secondo intervento, molto più invasivo. Esiste anche una tecnica con il protossido di azoto che è la sedazione cosciente, una sorta di pre-anestesia, che permette di lavorare con i pazienti particolarmente difficili. Personalmente tento sempre, anche con pazienti complicati, prima attraverso “L’approccio alla poltrona”: questo perché tutto ciò che costruiamo con i bambini a livello di rapporto di fiducia e superamento delle paure è un bagaglio che gli servirà e gli durerà per tutta la vita. Indubbiamente in alcuni casi la sedazione e assolutamente l’unica strada percorribile.
09. COME SI FA A CURARE BIMBI COSI PICCOLI E SPAVENTATI?
Molto spesso arrivano allo studio bambini impauriti. Vuoi perché caratterialmente timorosi, (non dimentichiamo che anche se molto piccoli, i bambini percepiscono immediatamente il luogo dedicato alle cure mediche); vuoi perché traumatizzati da precedenti contatti con colleghi non propriamente specializzati nella cura dei più piccoli e vuoi perché nel tempo hanno assorbito i timori e i racconti della mamma, del papà o dei nonni. Ancora oggi, in mia presenza, alcuni genitori, mentre assistono alla cura del loro bimbo più grande, intimano al piccolo che hanno in braccio che se non farà il bravo anche lui “andrà dal dentista” e verrà utilizzato il “trapano”: come stupirsi se nell’immaginario del bambino il dentista assume un’accezione assolutamente negativa e punitiva! Io dico sempre che i pazienti più facili da curare sono quelli che chiamo “le pagine bianche”: i bimbi che non hanno avuto contatti e racconti, ma, purtroppo, i più frequenti sono i bimbi che necessitano appunto di un “Approccio Alla Poltrona”. Tale procedura permette al bambino, attraverso il gioco con lo strumentario che abitualmente viene utilizzato, di abituarsi ai suoni, ai rumori e alle giuste posizioni operative, oltre che a creare un rapporto di complicità e fiducia con la pedodontista. Ogni strumento viene ribattezzato con un nome meno inquietante rispetto appunto al “trapano”, “escavatore”, “aspiratore”, “siringa per anestesia” ecc; ed ecco allora i bimbi divertirsi a giocare con il “bruchino”, il “trattore”, “l’elefantino” e “la camomilla dei denti”! Quando ritengo che il bimbo sia pronto, la fase di approccio lascia il posto alla fase operativa, senza correre il rischio di movimenti inconsulti e pericolosi per entrambi, in quanto il bambino ha familiarizzato con tutto ciò che lo circonda, suoni, luci, sensazioni e tempi operativi!
10. GOMME DA MASTICARE - TUTTI I PRO E I CONTRO
Una delle domande più frequenti che mi pongono i genitori dei miei piccoli pazienti è: le gomme da masticare fanno male? Faccio una piccola premessa prima di snocciolare gli aspetti positivi e negativi: credo che la “regola del buon senso” sia sempre la strada giusta da percorrere! Alle mie bambine permetto di mangiarne una ogni tanto, specie se siamo fuori casa, hanno finito un pasto e non abbiamo lavato i denti! Ovviamente… evito le BigBubble!
PRO
Se la gomma contiene dolcificanti come lo xilitolo (E967), o “zucchero del legno”, allora, può anche aiutare a prevenire la carie! Lo xilitolo è un succedaneo dello zucchero tradizionale, estratto da legno, fragole, lampone, prugna, mais e grano e, stando ad alcune ricerche, sembra possa non solo contribuire a ridurre la formazione della placca, ma anche favorire la rimineralizzazione di piccole lesioni dentarie. Se poi allo xilitolo si aggiunge la presenza di fluoro, gli aspetti positivi della masticazione della gomma si fanno più evidenti. Oltre ai vantaggi chimici, masticare la gomma può far bene ai denti anche in virtù della meccanica della masticazione. Masticare il chewing gum dopo i pasti può aiutare a rimuovere i residui di cibo dai denti e aumentando la salivazione, indurre uno spostamento verso il basico del PH della bocca con conseguente inibizione nello sviluppo della carie.
CONTRO
Masticare una gomma contenente zucchero fa male ai denti a causa del contatto prolungato delle superfici dentali con lo zucchero, noto fattore negativo perché crea un terreno ideale per lo sviluppo di carie ad opera dei batteri cariogeni contenuti nella placca. Masticando per molte ore al giorno, si va incontro ad una sollecitazione eccessiva dei muscoli addetti alla masticazione e ad un aumento di produzione di acidi da parte dello stomaco. Non solo: eccedere nel numero di gomme masticate nelle 24 h può causare fastidiose conseguenze anche all’intestino se si sceglie la versione senza zucchero e dolcificata con prodotti come il sorbitolo che ha effetti lassativi. Attenzione quindi, quando si sceglie una cicca da masticare, bisogna prestare molta attenzione che non danneggi i denti. La didascalia senza zucchero non è una garanzia di idoneità alla salute dentale. Difatti queste gomme o caramelle senza zucchero, possono contenere altri ingredienti, come certi carboidrati, che la placca è in grado di fagocitare, digerire e fermentare rapidamente in acidi dannosi per i denti.

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